È arrivata solo in queste ore, a Bologna, la notizia della scomparsa di Cedric Hordges – per tutti noi “Cedro” – avvenuta il 22 febbraio scorso, all’età di 67 anni.
Il ricordo di tutti i Fortitudini che ebbero la possibilità di vivere quell’anno di grande sofferenza, orgoglio e tripudio finale (con più di 2.000 tifosi sugli spalti di Cremona) resterà per sempre indelebile. E Cedro ne fu grande protagonista. Stagione 1990/91, era la Fortitudo Aprimatic guidata da Stefano Pillastrini, con poche pochissime risorse ma con un cuore grande così. E quella salvezza dalla retrocessione in terza serie fu un grande trionfo. Perché per i Fortitudini la storia è anche, orgogliosamente stata e resterà per sempre quella di esultare con forza anche per risultati che molti possono considerare di minima rilevanza. Invece no. E quella Fortitudo ne fu una clamorosa dimostrazione. Un gruppo che si basò sul nucleo che aveva vinto il titolo juniores, con l’aggiunta dell’esperienza di capitan Daniele Albertazzi, di Valdemaras Chomichus e appunto di Cedro Hordges.
Nelle sue 30 partite con la nostra maglia realizzò 548 punti, catturando valanghe di rimbalzi. Unico nel suo genere anche lo stile che aveva ai tiri liberi, posizionandosi sempre molto decentrato sulla linea dei 5,20 m.
Cedro (per il quale la Fossa dei Leoni aveva anche organizzato nel 2016 una raccolta fondi a causa dell’’aggravarsi delle sue condizioni di salute) resterà sempre nei nostri cuori, simbolo di un’epoca in cui tifare Fortitudo voleva DAVVERO dire gettare il cuore oltre l’ostacolo.